L'esposizione sarà visitabile fino al 23 Febbraio
A cura della fondazione Toti Scialoja
Casa d'Aste Arcadia è lieta di invitarvi all'esposizione Il Segno di Scialoja, a cura della Fondazione Toti Scialoja, che verrà inaugurata Martedì 20 Febbraio presso la sua sede in Corso Vittorio Emanuele II 18, Roma.
La selezione delle opere e, a seguire, l'intervento critico di Arnaldo Colasanti, Presidente della Fondazione Toti Scialoja, permetteranno al visitatore di ripercorrere e comprendere l'importanza dell'ultima produzione artistica del Maestro.
“La pittura è semplicemente sindone, impressione dell’uomo interno scoperto, trasudante, carico di quel liquido che è il suo vivere, il suo trascorrere, la sua memoria di ogni cosa dell’universo.” Con queste parole Toti Scialoja descriveva il senso del suo dipingere. Un senso che si ritrova tutto nella esposizione che si tiene ad Arcadia Casa d’Aste in collaborazione con la Fondazione Toti Scialoja. “Senso della mostra” afferma il Presidente della Fondazione Toti Scialoja Arnaldo Colasanti “È riportare l’attenzione del pubblico sull’ultimo periodo della produzione artistica di Scialoja, un periodo intenso, felice, assolutamente contemporaneo, in cui si ritrova tutta la forza, la corporeità, dell’astrattismo materico che ha caratterizzato la sua arte. Per questo la mostra si intitola Il Segno di Scialoja. Nelle ventuno opere esposte si ritrova il senso più profondo del suo dipingere, in cui, come ha affermato il Maestro: ‘Ogni pennellata possiede in sé la forza del germe e la forza della chiusura, la forza dell’alba e della notte, la forza dell’animo, dell’eterno ritorno su sé stessi.’” Fabrizio d’Amico, tra le figure più importanti della critica d’Arte tra gli anni sessanta e ottanta, ebbe a dire: “Soprattutto nelle opere realizzate dopo l'’ispirazione’ ricevuta guardando le pitture di Goya al Prado negli anni ottanta, si ha in Scialoja un vero "corpo a corpo" con la tela, che viene assalita dipingendo a terra, con colpi di spalla, gomito, polso, realizzando una delle pitture più dinamiche e cariche di energia del novecento italiano.”