La tela, di grande qualità e piacevolezza, raffigura Rinaldo e Armida, secondo un episodio descritto nella Gerusalemme Liberata, il celebre poema eroico di Torquato Tasso che tanto successo ebbe dal momento della sua pubblicazione nel 1581. Il crociato Rinaldo è colto nel momento in cui, specchiandosi, si risveglia dal torpore della seduzione in cui languiva sotto il controllo della maga Armida, riportato al dovere dai compagni Carlo e Ubaldo. Il ductus pittorico e le cromie riportano a un artista genovese influenzato dai modelli formali della pittura tizianesca e attivo nell'ultimo quarto del XVI secolo, in concomitanza con la pubblicazione del celebre poema del Tasso. Può essere utile un confronto con la tela con la raffigurazione di un Giudizio di Paride, conservata presso la Galleria Spada di Roma, e considerata dalla letteratura opera di un "anonimo genovese del XVI secolo": non sembra irragionevole ipotizzare la stessa paternità per entrambi i dipinti. Anche un accostamento con il celebre dipinto che ritrae una donna in abiti orientali, conservato al John and Mable Ringling Museum of Art (Sarasota, Florida) e ritenuto opera della bottega del Tiziano, sembra utile nel suggerire possibili indizi circa il contesto dell'autore: possono essere trovate analogie nella materia pittorica, soprattutto in prossimità della zona del cielo e della vegetazione.
Zeri F., La Galleria Spada in Roma. Catalogo dei dipinti, 1954, pp. 146-147, n. 158.
Fredericksen B.B., Zeri F., Census of Pre-Nineteenth-Century Italian Paintings in North American Public Collections, 1972, p. 203