miniatura ovale entro cornice in metallo dorato racchiusa da un cordoncino. Firmata e datata in alto a destra: Ros. C. 1780. L'immagine racconta l'attimo in cui Ghismunda è ritratta con il calice contenente il veleno ed il cuore del suo amato Guiscardo, scudiero di Tancredi principe di Salerno e geloso padre di Ghismunda; dopo aver sorpreso i due amanti, Tancredi ordina di uccidere il giovane e di far recapitare il suo cuore alla figlia che per amore decide di avvelenarsi. L'episodio è tratto dalla prima novella del quarto giorno del Decameron di Giovanni Boccaccio