Per il ductus pittorico sfranto e granuloso, per la tipologia caratteristica del volto di Leda e per la sensualistica posa ancora di ascendenza manierista, il dipinto è ascivibile alla mano del pittore veneziano Marco Liberi, che conta nel proprio corpus numerevoli opere che hanno per tema gli amori di Giove. Nello specifico si veda il confronto con il Giove e Asteria del Szépmuveszeti Muzeum di Budapest (Ruggeri, p.60), o la figura femminile nel Mercurio maschera la Giustizia (Ruggeri, p.292 m25). La firma e la data poste in basso a destra sul panneggio (Coypel 1732) risultano quindi aggiunte successivamente.
Bibliografia: U. Ruggeri, Pietro e Marco Liberi: pittori nella Venezia del Seicento, Stefano Patacconi Editore, 1996