Il dipinto, che reca un antica attribuzione a Jusepe Ribera, non sembra appartenere per motivi stilistici alla corrente napoletana, e a giudicare dall'impostazione e dal ductus pittorico, è più plausibile pensare ad una sua collocazione più tarda nel corso del Seicento. Il pittore in questione sembra aver riflettuto intorno a stilemi derivanti dalla scuola emiliana, improntando la sua formazione sullo studio delle opere del Parmigianino, dei Carracci e del Guercino. Queste caratteristiche, unitamente ad una certa introspezione e solennità, sono tipiche del pittore bolognese Girolamo Negri, detto Il Boccia, a cui il quadro è da ascrivere. A riprova del fatto che il dipinto vada aggiunto al corpus del Negri, chiarificatore è il confronto, più che stringente, con il dipinto di stesso soggetto conservato presso la Pinacoteca di Budrio.