con croce da tavolo in legno ebanizzato lastronata in tartaruga con finiture ornamentali in argento sbalzato; in argento è il titulus crucis, dal profilo mistilineo ornato da decori fitomorfi e teste di cherubino.
Bolli della città di Messina (scudo con croce) fiancheggiato dalle lettere MS (Messanensis Senatus), il punzone F.L.IV e l'abbreviazione dell'anno di realizzazione 695.
Provenienza: colleziona privata, Palermo.
Lo studio della figura e la sua attribuzione come opera giovanile di Filippo Juvarra si deve a Maria Accascina, storica dell'arte e studiosa di oreficeria siciliana (suoi sono Oreficeria di Sicilia dal XII al XIX secolo e I marchi dell'oreficeria e argenteria di Sicilia). Nella ricostruzione dell'attività di argentiere del giovane Filippo, già documentata da alcuni biografi, l'Accascina pone a confronto il punzone presente sul calice in argento dorato tutt'ora custodito nel Tesoro del Duomo di Messina con quello posto sul panneggio della nostra figura. In una lettera autografa datata 31 gennaio 1966 indirizzata al proprietario, la studiosa richiede una foto del Cristo su croce per pubblicarlo nel volume Orafi e Argentieri di Messina. A causa del trasferimento del proprietario, il Cristo non fu pubblicato nell'opera. Resta a testimonianza la lettera manoscritta di Maria Accascina e la pubblicazione con illustrazioni del Crocifisso della studiosa Rosalia Francesca Margiotta.
Rosalia Francesca Margiotta, Un'aggiunta al catalogo delle opere di Filippo Juvarra, in Storia, critica e tutela dell'arte nel Novecento. Un'esperienza siciliana a confronto con il dibattito nazionale, Atti del Convegno Internazionale di Studi in onore di Maria Accascina, a cura di M.C. Di Natale, Salvatore Sciascia Editore, Caltanissetta 2007, pp. 422-425